Teatro

SIENAFESTIVAL 2012

SIENAFESTIVAL 2012

In un teatro dei Rozzi gremito ha avuto luogo la conclusione della prima edizione del Sienafestival che nasce, in questo momento di crisi politico-economica che ha investito anche Siena, dal tentativo di salvare alcune delle manifestazioni musicali e teatrali che nell’ultimo decennio hanno dato slancio artistico alla bella città toscana: Contemporaneamente Barocco, Voci di Fonte e TeatrinScatola, che da quest'anno si fondono in un'unica realtà lavorando sui linguaggi della musica barocca, del teatro contemporaneo, della danza della fotografia e del cinema. Ne nasce un messaggio positivo di come da una situazione di crisi nasca un rilancio progettuale per la produzione culturale senese.
Come musica barocca e teatro contemporaneo stiano insieme il festival tenta di dimostrarlo nell'importanza che per entrambi assume la scena e il momento della performance: la musica barocca infatti, come il teatro contemporaneo, trova la sua esistenza concreta solo davanti allo spettatore sulla scena; rispetto ad altre epoche, in effetti il testo (o la partitura) si trasforma in modo determinante nel momento dell'esecuzione, attraverso l'elaborazione della sensibilità dell'interprete e la sua capacità di improvvisazione.
In questa prospettiva si inquadra questo concerto conclusivo affidato all'Arpeggiata: attorno ad un repertorio barocco si intrecciano contaminazioni linguistiche che portano verso la musica popolare o il jazz, ma anche l'espressività della danza, che allo stesso tempo rende di fatto il concerto uno spettacolo con un forte accento sulla teatralità.
L’Arpeggiata è un ensamble vocale e strumentale di livello internazionale, che, con la sua guida, Christina Pluhar, dal 2000 cerca di esplorare e far conoscere autori poco conosciuti del repertorio napoletano, romano, spagnolo e francese del primo barocco. Christina Pluhar, alla testa del suo ensemble, ha indagato sulle antiche radici comuni fra danze barocche e musica tradizionale del nostro meridione con il concerto La Tarantella. Con il suono degli strumenti antichi e la voce di Vincenzo Capezzuto, le emozioni che accompagnavano i riti legati alla cura dal morso del ragno hanno trovato la loro espressione musicale incarnando i ritmi e le forme barocche delle passioni. Dalle testimonianze rinascimentali agli esempi tratti dai libri di Athanasius Kircher, le antiche formulae sonore hanno incontrato ciò che di esse resta ancora oggi nelle serenate e nelle danze di trance della musica popolare pugliese, campana, calabrese, siciliana.
Particolare è stata anche la visione della danza, affidata ad Anna Dego, che sceglie il teatro-danza come forma d’espressione sui ritmi della Tarantella, del Fandango e di tutte le suggestioni che l’ensemble è suscettibile di offrire. La Dego, che ha collaborato anche con Alessandro Mor nello spettacolo Nododiamante, ha offerto un’interpretazione originale e passionale della danza popolare contemporanea attraverso dei soli che raccontano storie di taranta e altre follie, con un garbo eccezionale, d’altri tempi.
Il programma, nel pieno della tradizione dell’ensamble, ha spaziato in un repertorio inedito in un lasso temporale che si diffonde dall’inizio alla metà del XVII secolo, con autori il cui nome, tranne Claudio Monteverdi, è entrato immeritatamente nell’oblio. La riscoperta di queste musiche, di queste voci, di questi suoni non può che farci sempre ricordare quanto ci sia di nascosto e dimenticato e di altissimo livello nei nostri archivi musicali italiani.
L'esecuzione della Pluhar ha saputo dosare con grande espressività  le sonorità barocche con ritmi ed effetti della musica popolare e talvolta del jazz o della musica contemporanea, in definitiva rivelando quanto della nostra sensibilità e del nostro senso estetico sia debitore della tradizione seicentesca. Straordinarie le percussioni di David Mayoral ed Anna Dego, con una espressività che trae a piene mani dalla tradizione popolare degli anni '60. Piena di espressività e perfetta di intonazione la suggestiva voce da contraltista di Vincenzo Capezzuto.
Il pubblico del teatro dei Rozzi, accogliendo positivamente la serata, è stato molto partecipe e coinvolto dai ritmi, con molti applausi e nel bis la ballerina Anna Dego è scesa tra il pubblico a cercare un volontario per coinvolgerlo nella danza dell'ultima tarantella sul palco.
Ottima conclusione per un Festival a cui auguriamo di continuare il successo di questa prima edizione sulla scia dei Festival che lo hanno preceduto